Mercoledì 25 Marzo 2015 si è svolta nella Chiesa di San Pantaleo a Dolianova, la cerimonia di “rinascita”, dopo circa cinquant’anni, della Confraternita del Rosario attraverso il rito della vestizione e professione dei Confratelli presieduta da Monsignor Antioco Piseddu.
I Confratelli pregano ogni settimana il Rosario di quindici misteri e godono della protezione speciale della Madonna.
Nella nostra isola la tradizione della Confraternita, è assimilabile alla cultura Spagnola.
A Dolianova esisteva una confraternita fondata nel 1616 con decreto di Monsignor Francesco Desquivel Vescovo della Diocesi di Cagliari composta da un certo numero di fedeli.
I compiti che assumevano erano, come oggi, strettamente legati alle manifestazioni religiose: processioni e feste solenni.
La Confraternita di Dolianova, presentava una sua composizione gerarchica, poiché aveva un capo che riceveva il titolo di Priore e un altro membro, “Su Cravariu”, aveva l’incarico di portare il Crocefisso durante le processioni. Gli altri membri erano semplicemente “Is Cunfraras”.
I componenti della Confraternita indossavano una veste bianca a tunica larga, la vita era cinta da uno spesso cordone, così che si potesse sblusare leggermente, sulle spalle portavano una mantellina nera e un cappuccio dalla forma appuntita che doveva coprire totalmente il capo e parte del viso, offrendo in quel modo, un’immagine inquietante ed intrisa di misticità.
Durante le processioni, a “Su Gravariu”, il Confratello che portava il Crocefisso, veniva dato il compito di procedere in posizione avanzata rispetto al gruppo dei componenti, che lo seguivano reggendo delle insegne poste su di un robusto e alto bastone che, nella sua sommità, presentava uno stemma d’argento sul quale era riprodotta a sbalzo un’immagine sacra.
La Confraternita era presente soprattutto nelle feste dedicate alla Vergine e per la festa della Candelora, e cambio della Priora femminile, momento nel quale, la congregazione, offriva segno di grande e solenne partecipazione.
Oltre alla presenza per riti religiosi, ai membri della Confraternita era affidato il compito di occuparsi dei terreni lasciati in eredità alla Chiesa di Dolianova dai fedeli alla Madonna del Rosario di Pompei. Ai Confratelli veniva dato il compito di coltivare quei terreni per un anno. Parte del raccolto maturato veniva offerto alla Chiesa, il resto veniva diviso fra i Confratelli.
Da quanto fin qui detto si comprende che “Is Cunfraras”, erano necessariamente dei contadini. La scelta veniva fatta però fra la classe più povera del mondo rurale, per lo più fra quei coltivatori che possedevano piccole parcelle di terreno e che, dunque, potevano contare su produzioni talmente esigue da non
poter costituire ragione di sussistenza. In tal modo, avendo la possibilità di poter coltivare anche i terreni della Chiesa, “Is Cunfraras” riuscivano ad avere un raccolto decisamente più abbondante.
Ogni anno, infine, la carica di Priore passava a “Su Gravariu” dell’anno precedente, secondo uno schema rotatorio dell’affidamento delle cariche. Ciò perchè al Priore veniva concesso il diritto di coltivare un rappezzamento di terreno più esteso.
Con la rotazione delle cariche dunque, si riusciva a mantenere un sistema di equità, che consentiva a tutti, anno dopo anno, di coltivare il terreno di dimensioni più grandi e, quindi, di ottenere periodicamente maggiori profitti.
La nostra storia è ricca e ha qualche cosa da insegnare ancora oggi!
Foto Salvatorangelo Piredda