Dal 3 al 10 Novembre 2013
– A Casa Dessy, a Settimo San Pietro, dal 3 al 10 Novembre 2013, sarà in mostra l’esposizione “L’Urlo e la Luce”, il cammino umano di Caravaggio.
Giorni e orari di apertura:
dal Lunedì al Sabato dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20, la Domenica dalle 17 alle 20.
In 31 pannelli viene ricostruito il percorso spirituale e umano del grandissimo artista. Cinque stanze rivelano il travaglio profondissimo che attraversò nella vita.
Così Domenica 3 Novembre 2013, alle ore 17, all’Oratorio Parrocchiale in Piazza Chiesa, si presenterà e successivamente, in Casa Dessy, si visiterà la mostra “L’urlo e la luce”: essa ci fa intuire il percorso spirituale ed umano che ebbe a fare il nostro pittore nella sua breve e travagliatissima vita e, poiché tutta la sua vicenda umana fu un alternarsi di angoscia e di anelito alla salvezza, la mostra ci si offre con la presentazione di 31 pannelli, la cui sistemazione non sarà cronologica, ma tematica, e si svolgerà in cinque stanze che mettono in rilievo i motivi ricorrenti nell’arte caravaggesca.
La prima stanza, dal titolo “Le pitture etichae” (o comiche) è così chiamata perché la commedia suscita il sorriso e insieme contiene un insegnamento morale. Si tratta dei primi dipinti del Caravaggio, dipinti che, pur non essendo di soggetto devozionale, esercitano una funzione morale esortando alla virtù. Il tutto con una leggerezza nella comunicazione che vela l’insegnamento morale con una assoluta potenza pittorica, quasi rivoluzionaria per il tempo in cui il nostro operava.
La seconda stanza ha come titolo “L’urlo” e sembra davvero urlare lo spasimo dell’anima inquieta del l’artista in quei forti chiaroscuri, teste mozzate, occhi sbarrati, bocche che si aprono a dismisura, e sangue, tanto sangue.
“La madre e il Bambino” è il titolo della terza stanza e, a partire da questa fase, la luce entra prepotentemente con assoluta novità nei dipinti. In questa terza stanza l’artista si confronta col Mistero dell’ Incarnazione, sfidando col suo realismo la mentalità del tempo – in cui si era un po’ annacquata la consapevolezza che Dio si è fatto carne nel seno di una donna umile e semplice, una popolana -, e suscitando lo scandalo di alcuni suoi contemporanei.
La quarta stanza è dedicata al “Redentore”: in essa Caravaggio racconta il culmine della missione di Cristo, il Triduo Pasquale. Poco dopo la resurrezione di Lazzaro, Cristo viene tradito, catturato e flagellato: il suo corpo morto viene deposto nel sepolcro ma al terzo giorno risorge e si fa riconoscere dai discepoli di Emmaus.
La quinta stanza è dedicata ai “Testimoni”, cioè a coloro che hanno vissuto con Lui e hanno poggiato su di Lui la propria certezza e per testimoniarlo non hanno esitato a dare la vita; e la luce comincia ad avere, anche nella coscienza dell’autore, la fondamentale funzione di illuminare con la Grazia l’espressività dei personaggi. L’epilogo ci presenta il ramosissimo quadro dell’incredulità di San Tommaso che documenta, in un realismo quasi disturbante, il quietismo di chi considera astratto e non profondamente legato alla carnalità il mistero della Salvezza.
Casa Dessy, Settimo San Pietro, Via Gramsci 79
Davide Pes