Domenica 26 e Lunedì 27 Gennaio 2014
– Donori fa memoria.. Parole, suoni e immagini per non dimenticare. Manifestazione di commemorazione delle vittime del Nazismo. Domenica 26 Gennaio 2014 all ore 17:30 nei locali dell’Ex Montegranatico, presentazione di una mostra di testi della Biblioteca Comunale. Lunedì 27 Gennaio 2014 alle ore 17 nella Biblioteca Comunale di Donori, proiezione del film “Train de Vie”.
Train de vie – Un treno per vivere è un film del 1998 diretto da Radu Mihăileanu, che tratta in maniera ironica la Shoah.
Una sera del 1941, Schlomo, il folle, fa ritorno al proprio shtetl, un villaggio ebraico dell’Europa dell’Est, con la notizia dell’imminente arrivo dei tedeschi. Il Consiglio dei Saggi si riunisce e decide di organizzare un falso treno di deportati per sfuggire ai nazisti. La comunità prepara la partenza in gran segreto per la Terra Promessa…
Secondo lungometraggio di Radu Mihăileanu, regista romeno legato a temi come l’identità culturale, l’esilio, scappato dalla dittatura di Ceausescu nel 1980, Train de vie, fa la sua comparsa al festival di Venezia, dove ottiene il premio Fipresci a cui seguirà il David di Donatello come migliore pellicola straniera.
Un piccolo grande film, una tragicommedia che unisce l’umorismo yiddish, in cui convivono comicità, dramma e malinconia, che non risparmia una grottesca ironia verso gli stessi ebrei, i tedeschi e i comunisti, con un ritmo impeccabile, grazie alla colonna sonora del compositore di alcuni dei migliori film di Kustrica, Goran Bregovic, e soprattutto, ad un’originalità narrativa.
Il racconto di Train de vie, segue la costruzione delle fiabe e ha inizio con un monologo di Schlomo – il regista aveva proposto questo ruolo a Roberto Benigni- con “c’era una volta” e si conclude con un doppio finale. Sin dalle prime battute è esplicito l’intento del suo autore di affrontare il tema della Shoah in una maniera del tutto inedita, sottolineando l’irrealtà della sua finzione, insistendo invece sulla tipicità di una cultura e del folclore ormai scomparsi, scegliendo di restare ai margini del genocidio. I personaggi sono caricaturali e volutamente stereotipati, come il rabbino, il sarto, il folle, il comunista. Mihăileanu riesce egregiamente a mettere in scena gli effetti disumanizzanti dell’ideologia e del potere sull’individuo, mostrando come una commedia possa essere più tragica della tragedia stessa. Come è egli stesso ad affermare: “L’umorismo come ebreo, è ciò che mi ha fatto sopravvivere, che ha salvato la nostra vita e la nostra memoria”.
Ex Montegranatico, Donori, Via Vittorio Emanuele 80
Biblioteca Comunale Universo, Donori, Via Einaudi 6
Salvatorangelo Piredda