Tanta partecipazione e devozione per il tradizionale falò in onore di Sant’Antonio Abate a Donori. Venerdì 17 Gennaio 2014, nel Sagrato della Chiesa di San Giorgio Vescovo, il fuoco del falò di Sant’Antonio ha illuminato tutta la comunità.
“Si racconta che tanti secoli fa Sant’Antonio viveva eremita nel deserto della Tebaide insieme con un maialino che lo seguiva dappertutto: là, ogni giorno vinceva con i più svariati trucchi, le tentazioni del diavolo.
Ebbene, si dice che allora non esisteva il fuoco sulla terra e gli uomini soffrivano un gran freddo.
Dopo aver discusso a lungo, i governatori della terra inviarono una delegazione dove viveva sant’Antonio, per pregargli di procurare il fuoco.
Il vecchio santo, impietosito, si recò col suo fedele maialino all’inferno, dove le fiamme ardevano giorno e notte, bussando all’immenso portone.
Quando i diavoli videro che il visitatore era il santo, il loro peggior nemico che non riuscivano a vincere, gli impedirono di entrare.
Ma il maialino nel frattempo si era intrufolato rapidamente nella città diabolica.
La bestiolina cominciò a scorrazzare facendo danni dappertutto: dopo aver tentato inutilmente di catturarla, i diavoli si recarono da Sant’Antonio pregandolo di scendere all’inferno per riprendersi il maialino.
E l’eremita, che non aspettava altro, si recò nel regno dei dannati con il suo inseparabile bastone a forma di tau.
Durante il viaggio di risalita in compagnia del maialino fece prendere fuoco al bastone sicché, giunto sulla terra, poté accendere una grande catasta di legna offrendo così il primo e sospirato fuoco all’umanità.
E perciò d’allora, durante la Festa di Sant’Antonio Abate gli uomini accendono dappertutto dei grandi falò.
E perciò il vecchio santo della lunga barba bianca viene raffigurato di solito con il suo bastone, un maialino ai piedi e in mano la fiammella del fuoco.”
Fuoco come fonte di illuminazione, come luce che vince sulle tenebre, come fonte di riscaldamento, ma anche come buon auspicio per la nuova annata agricola in attesa dei germogli dei semi appena piantati.
In onore del Santo, tutti gli abitanti della Comunità Donorese di nome ” Antonio” organizzano una questua per l’acquisto del pane da distribuire dopo la Messa in segno di ringraziamento e condivisione.
Anticamente, nel pane di Sant’Antonio, dopo la lievitazione, veniva inciso con un coltello, nella parte superiore, il segno della croce, a rappresentare la comunione con Cristo.
Il grande falò, da qualche anno acceso nella piazza Chiesa, presenta la cosiddetta Croce di Sant’Antonio, il Tau, segno di riconoscimento di Sant’Antonio, avvolta da fogliame verde e stretta da un nastro rosso a simboleggiare il fuoco come segno di protezione. L’accensione del falò viene fatta nei quattro punti cardinali e benedetto compiendo tre giri intorno al fuoco in onore della Santissima Trinità.
Un’antica devozione tramandata da generazioni e impressa nel video e le immagini che ParteollaClick ha realizzato per voi.
Foto e Video Davide Pes e Salvatorangelo Piredda