Sabato 27 e Domenica 28 Maggio 2017
– A Serdiana, Monumenti Aperti 2017; Sabato 27 dalle ore 16 alle ore 20 e Domenica 28 Maggio 2017 dalle ore 9 alle ore 20.
PDF – Guida ai Monumenti di Serdiana – Monumenti Aperti 2017 – 27 e 28 Maggio 2017
Centro della Provincia di Cagliari, Serdiana è un paese di 2.570 abitanti dedito da secoli all’agricoltura. E’ circondato da campi coltivati a vigneti e uliveti. Il centro, ricco di storia, conserva uno splendido Castello del XVIII secolo e alcune splendide Chiese che riportano al periodo aragonese. Il paese è legato a secolari tradizioni, che rinascono nelle sue suggestive sagre.
Non si hanno notizie precise sull’origine storica del centro di Serdiana, le varie ipotesi che si avanzano sono basate sul ritrovamento di diverso materiale archeologico durante i lavori agricoli.
Nelle vicine campagne sono stati ritrovati oggetti litici a testimoniare i primi insediamenti neolitici.
Gli stessi scavi, eseguiti nelle vicinanze della Chiesetta campestre di Santa Maria di Sibiola, dove furono rinvenuti strumenti in pietra e altri oggetti, documentano la presenza umana fin dalla preistoria, nonché in periodo nuragico, in epoca fenicio-punica e, successivamente, per tutto il periodo romano.
Saluti dell’amministazione comunale:
Benvenuti! Anche quest’anno Serdiana è orgogliosa di aprire le porte a Monumenti Aperti, un’occasione unica e speciale per riscoprire la storia del nostro paese. Mettiamo a vostra disposizione il nostro patrimonio monumentale e culturale, guidati dalla consapevolezza che la memoria storica di un paese debba necessariamente essere fruibile a tutti. Un patrimonio che rivela vecchie e nuove storie, tesori nascosti intrisi di fascino, scorci dai profumi e colori suggestivi attraverso i quali si svelano la storia e l’identità serdianese. A voi tutti apriamo e mostriamo la bellezza del nostro territorio, fieri e onorati come amministratori, ma ancora prima come cittadini di Serdiana, di potervi fare da guida, con la calda ospitalità che ci contraddistingue, in un viaggio nella storia e nella cultura della nostra comunità. Un’occasione, dunque, per ribadire fortemente l’importanza della cultura, un bene non privato ma collettivo che tutti devono riscoprire, valorizzare, divulgare e promuovere. Tutto questo è Monumenti Aperti, un momento di grande interesse storico-artistico e culturale capace di radunare giovani e meno giovani, studiosi della materia, curiosi visitatori, studenti e volontari di tutte le età e nazionalità, accomunati dallo stesso obiettivo: sostenere la cultura. Grazie a Monumenti Aperti abbiamo altresì la possibilità di incentivare e promuovere un turismo spesso poco conosciuto quale quello dell’entroterra, ricco di storia, di tradizione, di sapori e profumi che merita la piena fruibilità e conoscibilità da parte di tutti. Per tutto questo e per condividere con voi la passione per la cultura della nostra terra. Vi aspettiamo numerosi!
L’Assessore alla Cultura, Politiche Sociali, Pubblica Istruzione, Turismo Federica Colantonio
I Monumenti:
Chiesa parrocchiale del SS. Salvatore. La chiesa Parrocchiale dedicata al Santissimo Salvatore fu edificata in una delle zone alte del paese, così che potesse esser vista in tutta la sua struttura anche dalla strada statale. L’impianto è databile XVII-XVIII secolo ed è in stile tardo barocco mentre la facciata è in stile classico anche se la struttura è stata edificata in epoche diverse. Il primo impianto risale al 1610 ed è rappresentato dalla Cappella della Pietà, immediatamente dopo fu costruita la Cappella del Rosario nel 1650, il cupolone fu completato nel 1770 e il campanile nel 1844. La facciata è suddivisa in quattro lesene simmetriche sormontate da capitelli, mentre ai lati si trovano due nicchie. Sopra il portale ottocentesco è presente una finestra a forma di lunetta e la facciata è sormontata da un timpano classicista di forma triangolare. Ai due lati si trovano le cappelle e il campanile è posizionato in fondo. Le cupole sono a pianta ottagonale e culminano con la lanterna. L’interno è caratterizzato da una pianta centrale e il soffitto è in legno e a capriate. Ai lati sorgono sei cappelle costruite in epoche diverse. L’altare maggiore è realizzato in marmi policromi e articolato in piani diversi, presenta alla base due scalini. In cima è presente una nicchia sorretta da quattro colonnine di marmo nero con capitelli ionici. All’interno della nicchia troviamo la statua lignea di San Salvatore. L’autore della statua è ignoto ma si pensa possa essere stata eseguita dallo stesso scultore della statua di Santa Maria, ossia Antonio Lonis di Senorbì. Ai lati dell’altare sono presenti le due Cappelle voltate a botte della Pietà e del Rosario. L’altare è sovrastato da un dipinto di autore ignoto che rappresenta la deposizione di Cristo dalla croce. Affianco alla Cappella del Rosario si trova il pulpito del 1878 che fu commissionato da Cav. Mereu e dall’Assessore anziano Giuseppe Angius: esso è in marmo bianco, appoggiato su una lesena, ed è in stile tardo barocco. Ai lati dell’ingresso troviamo a sinistra la Pila dell’Acquasantiera, in stile romanico, proveniente dalla Chiesa di Santa Maria di Sibiola e a destra la Fonte Battesimale, di scuola genovese, in marmi policromi e legno. La parte superiore è in legno intarsiato e riproduce la scena del Battesimo di Cristo. Nella Cappella del Sacro Cuore sono conservate le salme di Monsignor Agostino Saba e Monsignor Paolo Carta.
Chiesa di Santa Maria di Sibiola. La Chiesa di Sibiola intitolata a Santa Maria è uno dei capolavori di arte romanica edificati in Sardegna ad opera dei Vittorini. L’edificio è ascrivibile al primo quarto del XII secolo (1125 ca.), anche se pare esistesse una pietra della colonna vicina all’altare con incisa la data 1086, andata poi perduta nel restauro del 1964. L’impianto è a due navate con absidi perfettamente orientate a Est. La navata Nord è leggermente più stretta di quella Sud ed entrambe sono voltate a botte. Il fianco nord presenta una scala pensile per l’accesso al piano superiore, si tratta di mensoloni litici infissi nel muro che ricordano le scalinate interne dei nuraghe. La facciata è costituita da conci squadrati in pietra trachitica che creano una certa vivacità di colori, in passato culminava con un campanile a vela di cui oggi restano solo i conci basali, essendo stato distrutto da un fulmine nel 1963, ma le campane erano già assenti perché a quanto sembra furono trafugate nel 1800. Al centro della facciata appare un circolo bicromo a raggi radianti e al suo fianco si può notare un concio di dimensioni maggiori con una scritta, ormai consumata dal tempo in cui è incisa l’espressione in nomine Domini et Marie (nel nome del Signore e di Maria). Nella facciata, alle due estremità, sono presenti due bacini, in origine ceramici riportati poi orizzontalmente anche nella parte superiore rifinita da un’archeggiatura che accompagna tutti i lati. All’interno le due navate presentano una volta a botte. Per quanto riguarda l’arredo, nella navata maggiore è presente un unico altare sovrastato da un crocifisso ligneo, mentre nell’abside minore, in una nicchia, sta la piccola statua di Sant’Anna con Maria bambina, rinvenuta nelle campagne circostanti.
La Casa Museo. La Casa Museo Ex Casa Mura Sebastiano è una tipica casa a corte acquistata dal Comune il 22 Maggio 1996 sulla Via XX Settembre, un tempo chiamata Bia Mesuidda poiché è situata nel centro storico del paese. L’edificio rappresenta un’importante struttura edilizia significativa per la sua connotazione storica e la sua configurazione architettonica. Sulla chiave di volta del portale è scolpita la data 1855 che attesta il termine della sua costruzione, anche se l’isolato risulta già perfettamente formato nel 1841 come è evidente dal Catasto De Candia. Il portale è costruito a misura di carro e si affaccia su un piccolo percorso imperdau. All’interno della corte e in corrispondenza del portale si trova su procciu, uno spazio coperto che era adibito alla custodia del calesse. Sopra su procciu vi è su stalli, locale dove solitamente venivano conservate le provviste familiari. Lo stabile appare lungo e stretto, su due livelli, coperto da un tetto a duas acquas, (a due falde). Rispetto all’impianto originario il fabbricato ha subito alcune modifiche ma nel complesso conserva ancora la caratteristica di duplice partizione dei cortili con una pratza de ananti, destinata all’ambito di relazione con il paese, e una pratza de pallas, finalizzata agli usi produttivi agricoli. Nel cortile posteriore, a ridosso delle mura di recinzione sono presenti is lollas, porticati rustici destinati ai lavori agricoli, al ricovero degli animali e su magasinu. All’interno dell’abitazione i locali sono comunicanti tra di loro e qui trovano collocazione alcuni arredi e utensili che riproducono lo stile di vita di una famiglia di grossi proprietari terrieri di fine Ottocento. Percorrendo il vialetto imperdau si arriva all’ingresso della casa dove trova posto una cassapanca in legno. Da qui si ha l’accesso per sa coxina, il cuore della vita familiare, s’apposentu bonu, luogo adibito al ricevimento degli ospiti, mentre dal lato opposto si ha l’accesso a is apposentusu de croccai, le stanze da letto. Nella parte superiore è allestita una mostra permanente dedicata alla memoria storica relativa al periodo delle due Guerre mondiali, con un vasto repertorio fotografico e cimeli bellici.
Montegranatico. Non si conosce la data precisa della sua costruzione. Verosimilmente, nasce successivamente alle disposizione del viceré Lodovico d’Hallot des Hayes che, nel 1767, incentivò l’istituzione dei Monti e ne regolarizzò il funzionamento. I Monti Granatici erano centri di raccolta dei cereali utilizzati come fondo comune e in Sardegna ebbero un ruolo fondamentale per l’economia e la crescita del territorio. I materiali utilizzati per la costruzione delle pareti sono pietrame e fango, il pavimento era realizzato da un semplice battuto di cemento e il tetto, allora in precarie condizioni, era a due falde, internamente retto da capriate in legno e con l’orditura realizzata in canne, mentre esternamente era rivestito da tegole tipo coppi. I lavori di restauro non hanno modificato la struttura originaria dell’edificio.
Sa Domu de Boricu Esì. Tipica abitazione campidanese, ricca di storia e di tradizione, Sa Domu de Boricu Esì, ospita al suo interno una collezione privata di utensili e attrezzi che fanno parte della cultura agropastorale sarda. Gli utensili in mostra, risalenti al periodo 1800 – primi del 1900, sono lo specchio di una società agricola come quella serdianese, la cui economia è tuttora basata sull’agricoltura e la pastorizia. Grazie alla passione e alla dedizione del proprietario Salvatore Dessì, noto Tore, abbiamo la possibilità di scoprire quali fossero gli strumenti e le tecniche utilizzate prima dell’avvento della tecnologia nel mondo del lavoro.
Iniziative Speciali Sabato 27 Maggio:
dalle ore 18.30: Nella Casa Museo presentazione del libro “Il Giardino della Speranza” di Federica Uras.
dalle ore 16.00 alle ore 20.00: Nella Casa Museo, mostra fotografica “Scorci di Serdiana”.
Iniziative Speciali Domenica 29 Maggio:
dalle ore 9.00 alle ore 20.00: In Piazza Gruxi’e Ferru, “Minerali Clandestini” la mostra che tratta il problema del traffico dei minerali preziosi.
dalle ore 9.00 alle ore 20.00: Lungo le vie del centro storico del paese, promozione cultura, lingua e storia della Sardegna con letture itineranti organizzato da Alfa Editrice.
dalle ore 9.00 alle ore 20.00: Nella Casa Museo, mostra fotografica “Scorci di Serdiana”
dalle ore 10:00 alle ore 17.00: In Piazza Gruxi’e Ferru, rappresentazione Teatrale a cura dei bambini della scuola primaria di Serdiana “Sa Binnenna”.
dalle ore 10.00 alle ore 13.00 e dalle ore 15:30 alle ore 19:30: Nel centro storico e nel Parco di Santa Maria di Sibiola, Servizio Ape Calessino, il servizio navetta tour Centro storico e Parco Santa Maria di Sibiola.
dalle ore 11.30 alle ore 17.00: In Piazza Gruxi’e Ferru, rappresentazione Teatrale a cura dei bambini della scuola primaria di Serdiana “Sa Binnenna”.
dalle ore 12.00 alle ore 20.00: In Piazza Gruxi’e Ferru, animazione e musica.
dalle ore 18.30: Nella Casa Museo, concorso di poesia “Cartabianca Quinta edizione”.
Gusta la Città:
Nel nostro paese potrai gustare i sapori della tradizione locale, accompagnati dai vini di eccellenza, caratteristici del nostro territorio.
dalle ore 12 di Domenica: Presso il Parco di Santa Maria di Sibiola, Manifestazione Enogastronomica “Pani e Casu …Sartizzu e Binu a Rasu”, a cura dell’Associazione “Pro Loco” di Serdiana.
durante tutta la giornata di Sabato e Domenica: Pasti veloci e tipici nella gastronomia/rosticceria “Pepe Verde” di Flavia Pitzalis, in Via Monsignor P. Carta 11.
Informazioni utili:
I monumenti saranno visitabili gratuitamente il pomeriggio del Sabato 27 Maggio dalle ore 16 alle ore 20 e la Domenica 28 Maggio dalle ore 9 alle ore 20.
Nella Parrocchia del SS. Salvatore durante gli orari delle funzioni religiose saranno sospese.
È facoltà dei responsabili della manifestazione limitare o sospendere in qualsiasi momento, per l’incolumità dei visitatori o dei beni, le visite ai monumenti.
In alcuni siti la visita potrà essere parziale per ragioni organizzative o di afflusso.
Sarà disponibile il servizio navetta, ape calessino, dal Centro Storico al Parco di Santa Maria di Sibiola.
Partecipano alla Manifestazione:
L’Assessorato Cultura, Pubblica Istruzione e Politiche Sociali Turismo del Comune di Serdiana, il Servizio Socio Culturale del Comune di Serdiana, la Scuola Secondaria di I° grado di Serdiana, e l’Associazione Turistica “Proloco”.
Ulteriori informazioni su Monumenti Aperti 2017:
Serdiana
Salvatorangelo Piredda