Dal 1 Maggio 2014 al 4 dello stesso mese, si è svolta a Cagliari la tradizionale festa religiosa-folkloristica di Sant’Efisio, giunta alla 358ª edizione.
La celebrazione consiste nello scioglimento del voto al santo per la cessazione della pestilenza. Il percorso effettuato dal Santo, durante la processione, trasportato nel simulacro, parte dalla Chiesa di Sant’Efisio a Cagliari e termina nel luogo del suo martirio a Nora.
Le origini della festa di “Sant’Efis” derivano dal lontano 1656, quando i Sardi si rivolsero in preghiera a Sant’Efisio per salvarli dall’ondata di peste che stava dilaniando la Sardegna. Durante questo triste episodio morirono circa diecimila abitanti, di conseguenza la popolazione Sarda si dimezzò. Allora, Sant’Efisio apparve al Viceré Conte di Lemos per domandare il voto della processione del 1 Maggio, con questa condizione avrebbe liberato l’isola dalla peste. L’Amministrazione Comunale Cagliaritana accettò la proposta di Sant’Efisio e stabilì un voto di devozione che costituì le origini della festa. Essi sancirono che se Sant’Efisio avesse davvero sconfitto la peste, ogni anno i Sardi avrebbero accompagnato il simulacro del santo con una processione in suo onore, partendo dal quartiere di Stampace fino ad arrivare al luogo del suo martirio, Nora. Secondo la tradizione, nel mese di Settembre le abbondanti piogge portarono via la peste, risanando la splendente isola Sarda.
Si tratta di un’interessante tradizione che mette in luce la forte devozione dei Sardi per il gesto del santo.
La festa è introdotta innanzitutto dai preparativi, una responsabilità dell’Arciconfraternita del Gonfalone. Questi cominciano il 30 Aprile e consistono nella vestizione di Sant Efisio e l’aggiunta di ornamenti preziosi, quali gioielli in oro, che sono offerti al santo come ex voto. La mattina del 1 Maggio “Su Corradori” addobba i buoi che dovranno trasportare il cocchio sino a Nora. Il Terzo Guardiano, accompagnato da “Sa Guardiania”, raggiunge l’Alter Nos in Comune. Nel passato, l’Alter Nos era rappresentante del vicerè; attualmente rappresenta il sindaco della città.
La processione si apre con il passaggio delle “Traccas” , trainate da buoi. Seguono i Gruppi Folkloristici di ogni paese della Sardegna che, con la loro varietà di costumi tradizionali Sardi, rendono inestimabile il loro passaggio in preghiera. Seguono i cavalieri del campidano e i miliziani, i membri della Guardiania, il Terzo Guardiano, i membri dell’Arciconfraternita Del Gonfalone e l’Alter Nos.
“Le launeddas” (strumento a fiato tradizionale Sardo) accompagnano l’arrivo del cocchio. D’impatto è il momento in cui Sant’Efisio arriva in Via Roma, accolto dalle sirene delle navi dal porto di Cagliari, che cammina su un tappeto di petali di rose chiamato nella lingua Sarda “Sa Ramadura”.
I gruppi Folkloristici del Parteolla che hanno sfilato durante la processione sono: Gruppo Folk San Giorgio Donori, Gruppo Folk Sibiola Serdiana, Gruppo Folk Settimo San Pietro Nuraghe, Gruppo Folk Barrali, Gruppo Folk Città di Dolianova.
Presenti, insieme ai gruppi Folkloristici del Parteolla, anche gli obiettivi fotografici di ParteollaClick, per testimoniare, attraverso le sue immagini, i momenti di devozione, fede, cultura e tradizioni centenarie che si fondono in una kermesse Folkloristica che non ha eguali al mondo. (Roberta Mura)
Foto Davide Pes e Salvatorangelo Piredda