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Samugheo: Foto Carnevale 2017 “A MAIMONE Su Carrasegare Antigu Samughesu”

Una folla di oltre 10 mila persone ha invaso, Domenica 12 Febbraio 2017, le vie del centro storico di Samugheo per seguire la sfilata di carnavale delle maschere tradizionali della Sardegna intitolata “A MAIMONE Su Carrasegare Antigu Samughesu”.

Alla manifestazione, organizzata dal “Gruppo Etnico Culturale Sos Mamutzones de Samugheo” in collaborazione con il Comune di Samugheo, l’Unione dei Comuni del Barigadu, la Fondazione Banco di Sardegna e la Federation of European Carnival Cities, hanno sfilato le maschere: “Mamuthones e Issohadores” di Mamoiada, “Boes e Merdules” di Ottana, “Sos Tumbarinos” di Gavoi, “Sos Thurpos” di Orotelli, “Su Bundu” di Orani, “Sos Maimones e Su Ballu de Sa Vargia” di Oniferi, “Maimones”, “Murronarzos” e “Intintos” di Olzai, “Mascaras” di Baunei, “Mascaras de Lardajolu” di Dorgali, “Cambas de Linna” di Guspini, i due gruppi ospiti al difuori della Sardegna, “Suvakarska” di Pernik della Bulgaria, “Le Maschere di Tricarico” dalla Basilicata e a chiudere “Su Carrasegare Antigu Samughesu” i “Mamutzones”, le Maschere tipche di Samugheo che annunciano il loro arrivo col rumore inquietante dei campanacci che suonano al ritmo della loro danza.

Con il volto annerito, nascosto dal sughero e dalle grossa corna caprine sul capo, “Su Mamutzone” danza intorno alla maschera zoomorfa de “S’Urtzu”, la vittima della rappresentazione carnevalesca di Samugheo. “S’Urtzu” indossa un completo di pelle di caprone nero con un campanaccio appeso al collo ed è tenuto per la corda da “S’Omadore”, il pastore, vestito con un manto nero e il volto annerito, che lo pungola e lo tormenta di continuo.

Anche se il significato primitivo delle Maschere di Samugheo si è in parte perduto, esse rappresentavano un tempo la passione e la morte di Dioniso, dio della vegetazione, le cui feste si celebravano in quasi tutte le antiche società agrarie. Dioniso, il dio che ogni anno moriva e rinasceva, come la vegetazione, è rappresentato da “S’Urtzu”, che indossa una intera pelle di caprone nero, con la testa attaccata. Il caprone era infatti la forma più frequente nella quale il dio si manifestava. Le maschere dei “Mamutzones” rappresentano invece i seguaci di Dioniso che ne inscenano la passione e la morte. Ogni tanto circondano “S’Urtzu” e gli danzano intorno.

Una tradizione diventata spettacolo attraverso la sfilata delle diverse maschere ancestrali antropomorfe e zoomorfe tipiche del carnevale barbaricino, capaci di regalare forti emozioni e tanti sorrisi.

 

Foto Salvatorangelo Piredda

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Salvatorangelo Piredda

Salvatorangelo Piredda

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